Il raffreddore comune è un’infezione di origine virale che determina l’infiammazione delle mucose del naso e della gola. Congestione nasale, mal di gola, frequenti starnuti, lacrimazione e tosse sono i tipici sintomi di questa frequente malattia che, seppur innocua, può disturbare la qualità di vita dell’ammalato a causa del mal di testa, della difficoltà di concentrazione e dell’interruzione del sonno che può provocare. In virtù di ciò spesso ci si affanna per accorciarne la durata procacciando (a volte senza senso) ogni tipo di trattamento. La domanda sorge spontanea: quanto dura un raffreddore? E qual è l’evoluzione con e senza trattamento?
Cosa si intende per raffreddore comune?
È una rinofaringite infettiva virale acuta. Che paroloni, eh? Scorporiamo la definizione per dettagliarne gli elementi:
- Rinofaringite: infiammazione delle mucose del naso (rinite) e della gola (faringite);
- Infettiva: l’insorgenza della patologia è correlata all’azione di agenti microbici che entrano in contatto con un individuo, si riproducono e causano un’alterazione funzionale.
- Virale: è causata da un virus. Sono noti in totale oltre 200 virus associati al raffreddore, ma nel 30-80% dei casi l’agente più comunemente responsabile è il Rhinovirus. Tra gli altri, invece, menzioniamo il Coronavirus, i virus influenzali appartenenti alla famiglia degli Orthomyxoviridae e i virus parainfluenzali;
- Acuta: insorge in un periodo breve o in maniera improvvisa e tende ad avere un andamento delimitato nel tempo.
Rileggendo il punto 4, si rimarca, come già popolarmente noto, il carattere temporaneo del raffreddore comune. E di qui la prossima domanda:
Qual è la durata del raffreddore comune?
Generalmente il raffreddore guarisce in una settimana. E si caratterizza di una risoluzione spontanea.
E quanto dura con il trattamento?
Una settimana. E senza trattamento? Una settimana.
No, non è un errore, per il raffreddore comune non esiste una cura. E non ha senso affannarsi nella spasmodica ricerca di farmaci utili ad interromperne l’evoluzione. Anzi, spesso di rischia di fare più danni al nostro organismo.
Il ricorso al farmaco ha senso solo se motivato all’attenuazione dei sintomi, che, come precedentemente ricordato, possono determinare disagio sulla qualità di vita dell’ammalato interrompendone il sonno e appannandone, ad esempio, la capacità di concentrazione. Oltre alla disagevole gestione di una frequente starnutazione nei vari momenti di vita quotidiani.
Quali sono i farmaci e i rimedi che ha senso assumere quando si ha il raffreddore comune?
Decongestionanti, fluidificanti, lavaggi nasali, paracetamolo e antinfiammatori. Tali trattamenti agiscono esclusivamente sul sintomo, alleviandone i fastidi. E non dimentichiamo l’importanza del riposo e della costante e frequente idratazione.
Nota bene: stiamo parlando di un disturbo di lieve entità e di spontanea risoluzione, tuttavia è doveroso ricordare che si tratta di una patologia contagiosa, pertanto è buona norma che i soggetti ammalati si tengano ben lontani da neonati e da soggetti debilitati o che si stanno sottoponendo a terapie immunosoppressive poiché in tali condizioni l’agente infettivo può risultare difficile da contrastare.
E gli antibiotici? Ha senso la loro assunzione in caso di raffreddore comune?
No, anzi, risultano inefficaci trattandosi di un’infezione virale. La somministrazione di antibiotici non attenua la sintomatologia e non riduce la durata della patologia. L’utilizzo incontrollato determina il rischio di sviluppare resistenze batteriche, oltre ad esporre il paziente a degli effetti collaterali.
L’antibiotico deve essere assunto solo su indicazione e prescrizione medica, qualora il sanitario ne valuti la necessità per contrastare eventuali sovrainfezioni di natura batterica o altre complicanze. Difatti, può capitare in alcuni casi che la congestione nasale, ostruendo il normale drenaggio aree come orecchio e seni paranasali, crei le condizioni per la proliferazione batterica nella raccolta di secrezioni non drenate, determinando l’insorgenza di infezioni batteriche dell’orecchio medio (otite media) o dei seni paranasali (sinusite).
Merita, inoltre, una diversa valutazione l’approccio terapeutico ad individui malati e debilitati. In generale, infine, quando si è affetti da raffreddore comune, è consigliabile allertarsi e contattare un medico quando si ravvisano alcune condizioni, quali ad esempio la non risoluzione della patologia a 10 giorni dall’insorgenza, una febbre alta e persistenza, problemi respiratori, il peggioramento dei sintomi.