Avete mai sentito parlare della Sindrome del Grinch?
Il Natale è alle porte e, insieme a ed esso, regali, luci, colori e tanti (troppi?) preparativi sono pronti a fare capolino nelle nostre vite. E per quanti di voi sono entusiasti all’idea di allestire la casa con alberi addobbati e ghirlande alle porte, ne esistono tanti altri che contenti non lo sono per nulla.
Autentica mascotte di quest’ultimi è il Grinch, il noto personaggio di fantasia cinico e solitario, il cui scopo è distruggere la festività e le celebrazioni natalizie.
E udite, udite, la sindrome del Grinch esiste davvero. Ma, se state pensando che tale sindrome affligga le persone che, come la sprezzante creatura verde, provano un’avversione per il Natale, state commettendo un errore.
L’equivoco nasce da uno studio, condotto nel 2015 dall’Università di Copenaghen e pubblicato sul British Medical Journal, che ha dimostrato e spiegato scientificamente perché alcuni soggetti non siano coinvolti dal generale clima di euforia ed entusiasmo portato dal Natale. Studio sui cui risultati molti siti di informazione, testate e riviste hanno ricamato, correlando erroneamente la dicitura di sindrome di Grinch alla condizione indagata dalla ricerca in questione.
Tale studio aveva l’obiettivo di analizzare nel cervello umano lo spirito natalizio. A tal fine sono stati reclutati 10 soggetti celebranti, ogni anno, il Natale ed altrettanti 10 che, al contrario, non sono soliti festeggiare. A tutti i partecipanti sono state fatte visionare immagini a tema natalizio, intervallate da immagini neutre, e nel contesto, contemporaneamente, è stata monitorata l’attività cerebrale dei soggetti tramite la Risonanza Magnetica Funzionale (esame utile a misurare la variazione di ossigenazione del sangue, dipendentemente dall’attivazione dei neuroni).
I risultati hanno dimostrato che il gruppo di soggetti amanti il Natale, osservando immagini a tema natalizio, aveva una maggiore attivazione neuronale a livello della corteccia premotoria frontale (associata alle emozioni condivise) e della corteccia somatosensoriale primaria (responsabile del riconoscimento dei volti). Al contrario, i soggetti non celebranti il Natale hanno risposto diversamente ai medesimi stimoli.
La sensazione di benessere e serenità, così come di dolce nostalgia, evocata dal Natale sarebbe, quindi, correlata all’attivazione della suddetta rete corticale, che gli studiosi hanno definito “Rete dello Spirito Natalizio”. In altre parole, ciò è dovuto al fatto che il Natale riporta alla mente ricordi piacevoli, attivando quella parte che nella nostra infanzia ci ha fatto stare bene.
Chiarito l’equivoco, non resta allora che rispondere ad una domanda: cosa è veramente la Sindrome del Grinch?
È una sindrome costituita da un intenso aumento della frequenza cardiaca al momento del passaggio dalla posizione sdraiata a quella eretta, corredato da altri sintomi come visione offuscata, vertigini e fiacchezza. Altrimenti conosciuta come Sindrome da tachicardia posturale ortostatica.
Una considerevole parte dei soggetti affetti da questa condizione sono caratterizzati da un cuore di dimensioni ridotte rispetto alla norma: la tachicardia sarebbe da ricondurre ad un cuore piccolo, e, quindi, ad un diminuito volume sanguigno.
Ma il Grinch cosa ha a che fare con tutto questo?
Il Grinch, come scriveva la penna del dottor Seuss, possiede una caratteristica molto particolare: ha un cuore “di due taglie più piccolo”.