Il peperoncino è il frutto piccante prodotto da alcune piante del Genere Capsicum, appartenenti alla famiglia delle Solanacee.
Sebbene sia un ortaggio, viene adoperato prevalentemente come spezia, ed a conferirgli la caratteristica nota piccante è il suo principio attivo, la capsaicina, alcaloide prodotto dalle ghiandole contenute nella parte interna del frutto alla quale sono attaccati i semi (placenta).
Detta sostanza è in grado di interagire con delle proteine, i recettori vanilloidi TPRV1, localizzati sulle fibre sensoriali nervose sia a livello gastrico sia a livello epidermico, producendo il tipico senso di bruciore.
È dunque chiaro come il peperoncino, soprattutto nelle sue forme più piccanti, risulti estremamente irritante, per cui come rimediare al suo terribile bruciore?
Se la bruciatura da peperoncino coinvolge la bocca, abbandonate la speranza di estinguere il suo fuoco con l’acqua: non servirà.
Ciò perché le molecole di capsaicina sono apolari, mentre l’acqua, molecola polare per eccellenza, non aiuta. Vale la cara regola della chimica per cui ‘il simile scioglie il simile’, e da qui il rimedio più efficace per spegnere il bruciore della capsaicina: il latte!
Il latte intero, così come gli altri prodotti caseari (panna, yogurt, formaggi freschi e molli ecc.) è ricco in grassi e caseina, ed agisce come agente detergente in grado di dissolvere l’alcaloide responsabile del bruciore, portando immediato sollievo dal dolore.
La caseina, in particolare, è capace di legare la capsaicina, rimuovendola dai recettori presenti sulla mucosa.
Altri metodi utilizzati per ridurre la piccantezza del peperoncino risultano:
- Consumare olio: vale lo stesso principio dei prodotti caseari per cui il simile scioglie il simile, sebbene rispetto ai primi siano complessivamente meno efficaci
- Consumare zucchero: uno studio condotto dalla rivista scientifica Physiology Behavior ipotizza che il comune zucchero da tavola abbia proprietà analgesiche, per cui risulterebbe utile eseguire dei risciacqui con saccarosio a seguito dell’assunzione del peperoncino, riducendo l’ustione
- Consumare prodotti amidacei: l’azione di pane e derivati è da considerarsi prettamente meccanica, poiché aiutano a rimuovere e ripulire il cavo orale dai residui della capsaicina
- Applicare, per un periodo di tempo non eccessivamente prolungato, ghiaccio: quando la sensazione dolorosa risulti acuta, può essere utilizzato come anestetico
E come rimuovere il peperoncino da mani ed occhi?
- L’esposizione su cute integra (generalmente le mani) prevede la rimozione della capsaicina con l’utilizzo di un detergente, cui seguirà risciacquo con acqua.
In alternativa le ustioni cutanee sono state trattate con immersioni in acqua o olio; quest’ultima immersione ha prodotto benefici di più lunga durata1
- Se il contatto è oculare, si procede ad abbondante irrigazione con semplice acqua o soluzione salina
Nonostante la spiacevole sensazione di bruciore che questo attivo lascia, la capsaicina è oggetto di studio poiché pare presenti interessanti attività fitoterapeutiche (sebbene alcune di esse siano ancora da accettare).
Una delle più interessanti è quella analgesica: la capsaicina possiede la capacità di sovrastimolare i nocicettori (recettori del dolore), conducendo a “desensibilizzazione” degli stessi, i quali non risponderanno più agli stimoli dolorifici.
Noto è l’utilizzo della capsaicina per il trattamento del dolore neuropatico. Sebbene molti studi evidenzino la frequenza di effetti collaterali, l’applicazione topica di capsaicina è molto efficace nel trattamento di sintomatologia, come ad esempio la neuralgia post-herpetica
Inoltre, sembrerebbe possedere attività antinfiammatoria e di riduzione del colesterolo “cattivo” nel sangue nei casi di sovrappeso ed obesità.
1Goldfrank, L. R., Goldfrank’s Toxicologic Emergencies 9th Ed. 2011., McGraw-Hill, New York, N. Y., p. 1744-5