Tra i farmaci maggiormente adoperati per contrastare dolori e sintomi influenzali vi sono senza dubbio il paracetamolo e l’ibuprofene. Entrambi esplicano azione antipiretica e antidolorifica, ma non sono uguali. Vediamo insieme cosa li differenzia!
Il paracetamolo, come detto, allevia il dolore e abbassa la febbre, tuttavia a differenza dell’ibuprofene, non è un FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei) non è dotato di attività antinfiammatoria; dunque, non è il principio attivo di elezione in caso di dolore associato a stati infiammatori.
Il paracetamolo può essere assunto a bassi dosaggi anche in gravidanza (a meno che vi siano allergie!); l’ibuprofene, invece, è assolutamente sconsigliato alle donne incinte. Infatti, è stato osservato che la sua capacità di inibire la sinstesi delle prostaglandine, potrebbe determinare effetti negativi sulla gravidanza e sullo sviluppo embrio-fetale.
Il paracetamolo a differenza dell’ibuprofene può essere assunto a stomaco vuoto, poiché non essendo un FANS non ha azione gastrolesiva né diretta né indiretta.
Tuttavia, è bene precisare che nei soggetti che soffrono di disturbi gastrointestinali come nausea, gastrite ecc. la somministrazione a stomaco pieno potrebbe comunque risultare preferibile.
Quando assumere paracetamolo e quando l’ibuprofene?
Il paracetamolo rappresenta la scelta migliore in caso di febbre, dolori lievi moderati, disturbi muscolo-scheletrici associati a processi infettivi.
L’ibuprofene è invece maggiormente indicato per trattare stati infiammatori, quali ad esempio dolori mestruali o mal di denti, e per contrastare i sintomi derivanti da patologie reumatiche, quali artrite, artrosi e spondilite anchilosante.
Sono principi attivi diversi, il cui impiego va calibrato in base alla tipologia e all’entità del problema e delle manifestazioni patologiche del paziente, quindi prima di adoperare entrambi, è sempre bene rivolversi ad un professionista!
Inoltre, da qualche tempo è possibile trovare in farmacia un farmaco che nella sua formulazione presenta in un’unica combinazione paracetamolo (500 mg) e ibuprofene (150 mg). La riduzione dei dosaggi si traduce in una riduzione degli effetti collaterali e in un utilizzo più vantaggioso dei principi attivi. Infatti, diversi studi clinici comprovano un’efficacia nel controllo del dolore superiore del 30%, un aumento della durata dell’effetto analgesico e una maggior velocità di azione rispetto ai principi attivi usati singolarmente.