A molti di noi sarà certamente capitato, specialmente quando fa molto caldo, di avere un calo improvviso della pressione, ed ecco che subito, noi o chi per noi, si cerca di risollevarla con un bicchiere d’acqua abbondantemente zuccherato.
Ma è davvero questa la prassi corretta?
Il calo di pressione è un disturbo piuttosto frequente che si può verificare quando:
- Si cambia repentinamente posizione (da seduti o sdraiati ad in piedi);
- Si verifica un innalzamento delle temperature;
- Si soffre di disidratazione;
- Si hanno problemi cardiaci o endocrini;
- Sono presenti carenze nutrizionali;
- Hanno luogo infezioni;
- Si è in stato interessante.
In generale, i più comuni sintomi sono:
- Visione offuscata;
- Sudorazione fredda;
- Respiro veloce e poco profondo;
- Capogiri;
- Svenimento nei casi più gravi.
In termini scientifici, con pressione bassa si intende la condizione per la quale i valori sistolici (massimi) risultano inferiori ai 90 mmHg e quelli diastolici (minimi) inferiori ai 60 mmHg.
Ma perché si verifica?
La pressione arteriosa dell’organismo è finemente regolata dal sistema nervoso autonomo, per cui quando cambiamo repentinamente posizione (da seduti ad in piedi), si ha un aumento dell’attività nervosa simpatica, inducendo il cuore a produrre tachicardia, e generando inoltre vasocostrizione arteriosa e venosa per azione diretta ai vasi arteriosi periferici, che impediscono, complessivamente, i cali di pressione.
Quando però, a causa, ad esempio, di temperature circostanti elevate il sistema nervoso autonomo si trova a svolgere anche il meccanismo di termoregolazione, ecco che il fenomeno globale di regolazione diventa più complesso.
Subentrano, infatti, meccanismi, quali l’aumento della vasodilatazione cutanea e periferica e della sudorazione, utili alla dispersione del calore in eccesso.
Tali processi compensativi possono condurre ad ipotensione.
Ma veniamo all’annosa questione: è davvero utile bere una soluzione di acqua e zucchero per riportare la pressione a livelli normali?
La risposta è NO
L’ipoglicemia è una condizione NON correlata alla pressione arteriosa. Per ipoglicemia si intende una concentrazione di glucosio nel sangue inferiore a 60 mg/dl. Tale condizione è causa di una serie di segni e sintomi molti simili a quelli dell’ipotensione, ma in tal caso la sintomatologia risulta correlata ad un carente afflusso di glucosio al cervello. Difatti, ciò implica una riduzione delle funzioni cognitive (neuroglicopenia).
Per cui quel che andrebbe fatto in caso di appurata bassa pressione è:
- Assumere la posizione sdraiata, sollevando le gambe poco al di sopra della testa;
- Sedersi (se non fosse possibile sdraiarsi);
- Slacciare indumenti ed oggetti stretti, quali jeans, reggiseni, orologi;
- Bere un semplice bicchiere d’acqua, il quale sarà sufficiente ad attivare osmorecettori epatici collegati al sistema nervoso simpatico, il quale genererà vasocostrizione periferica e conseguente aumento della pressione arteriosa;
- Sciogliere poco sale in acqua o porlo al di sotto della lingua, per garantirne un migliore assorbimento, al fine di incrementare la pressione arteriosa.
In generale, soprattutto coloro che soffrono frequentemente di cali di pressione, il fenomeno può essere prevenuto tramite alcuni semplici accorgimenti:
- Idratarsi abbondantemente;
- Assumere buone quantità di frutta e verdura e alimenti che possano garantire un buon tenore di sali minerali;
- Aumentare, con attenta moderazione, il sale nella dieta;
- Evitare di assumere rapidamente la posizione eretta, specialmente quando il clima è rovente.