Fatti di cronaca recenti hanno riportato numerose segnalazioni sul territorio nazionale circa la contaminazione alimentare da parte del batterio Listeria monocytogenes (ceppo St 155). Si è, infatti, parlato di carni avicole contaminate, soprattutto würstel, lavorate a livello industriale.
Di cosa si tratta e che ripercussioni si possono avere sulla salute lo vediamo quest’oggi!
Cos’è la listeriosi?
È un’infezione associata, prevalentemente, al consumo di alimenti contaminati dal batterio Listeria monocytogenes.
Tale patogeno è molto diffuso nell’ambiente, abitualmente presente sul suolo, nell’acqua, nella vegetazione e nelle feci di numerose specie animali. Si può riprodurre a temperature comprese tra gli 0° ed i 45° centigradi, tollera bene gli ambienti salati e risulta essere assai persistente, potendo dunque contaminare alimenti trasformati, lavorati o refrigerati a qualunque livello della catena di produzione e consumo degli stessi.
Di che alimenti si parla?
- Pesce, carne e verdure crude
- Latte non pastorizzato
- Latticini come formaggi molli, erborinati e poco stagionati
- Alimenti trasformati, tra cui hot dog, paté, pesce affumicato, insalate preconfezionate
- Alimenti RTE (ready to eat), ovvero pronti al consumo (es. gastronomia)
- Alimenti con una lunga vita commerciale mantenuti a temperature di refrigerazione (es. surgelati)
Sull’uomo l’infezione quali sintomi produce?
In genere di natura simil-influenzale, prevalentemente gastrointestinale, quali:
- Diarrea
- Disidratazione
- Dolore addominale
- Vomito
- Dolori muscolari
- Febbre
Più gravi, ma meno comuni, sono i sintomi e segni clinici della listeriosi invasiva o sistemica, la cui incubazione batterica può protrarsi anche fino a 70 giorni, di cui:
- Setticemia
- Meningite
- Encefalite
- Perdita di equilibrio
- Stato confusionale
Sebbene la listeriosi sia piuttosto rara, risulta essere spesso una malattia grave, comportando elevati tassi di ospedalizzazione e decessi, risultando, in particolar modo, pericolosa per i seguenti soggetti:
- Donne in stato interessante, le quali alle prime avvisaglie di sintomi devono tempestivamente avvisare il proprio medico di fiducia, poiché la listeriosi può provocare aborto, morte in utero del feto, parto prematuro ed infezioni neonatali
- Feti e neonati
- Soggetti immunodepressi
- Soggetti anziani

Ma quindi come si abbatte il rischio di infezione?
Pastorizzazione e cottura adeguata (superiore ai 65 °C) degli alimenti scongiurano il rischio di infezione, ma attenzione!
È bene sottolineare come la Listeria contenga endotossine lipidiche resistenti al calore, che rimangono attive anche post-mortem, sicché se la cottura di alimenti potenzialmente infetti scongiura il rischio di infezione, dall’altro può condurre ugualmente ad intossicazione con possibili effetti gastrointestinali.
Diagnosi e terapia
La diagnosi delle forme invasive di listeriosi viene realizzata previa prelievo di campione di sangue o esecuzione di una puntura lombare (rachicentesi), mentre la terapia prevede il trattamento farmacologico antibiotico.
Misure preventive
Poiché la Listeria è un contaminate della filiera alimentare, la prevenzione parte dalla gestione agronomica; i vari operatori specializzati del settore devono, infatti, poter garantire l’adeguatezza delle acque di irrigazione, la salute degli animali, corretta e regolare macellazione degli stessi, pre-lavaggio di vegetali ecc.
Parimenti, i luoghi di lavorazione, attrezzature ed utensili devono essere sanificati in maniera costante e profonda, il personale risultare in buona salute e gli indumenti puliti.
Infine, corretta manipolazione alimentare ed evitamento della contaminazione crociata (alimenti cotti non dovranno entrare in contatto con alimenti crudi) rappresentano i cardini della strategia di controllo a tutela della salute pubblica.
La prevenzione è fondamentale anche in casa
Possono contribuire a ridurre il rischio di infezione le seguenti precauzioni:
- Cuocere gli alimenti in maniera appropriata
- Lavare con attenzione le verdure prima di consumarle
- Separare le carni crude dalle verdure e dai cibi cotti e pronti al consumo
- Consumare prodotti lattiero-caseari pastorizzati ed evitare di mangiare formaggi se non si ha la certezza che siano prodotti con latte pastorizzato
- Lavare scrupolosamente mani ed utensili da cucina dopo aver maneggiato alimenti crudi
- Refrigerare gli avanzi entro 2 ore in contenitori coperti e poco profondi e consumarli entro 3-4 giorni
- Consumare i prodotti entro la data di scadenza
- Impostare la temperatura del frigorifero a valori non superiori ai 4.4 °C, quella dei congelatori non superiori a -17,8 °C; quest’ultima raccomandazione è di forte importanza poiché L. monocytogenes è in grado di riprodursi alla temperatura del frigorifero, ed il cibo leggermente contaminato può diventare fortemente contaminato durante la refrigerazione.
La listeriosi, infine, rientra nel gruppo di malattie per le quali sono state stabilite, in Europa come negli Stati Uniti, reti di sorveglianza sulla sicurezza alimentare con obbligo di denuncia. Queste reti sono volte ad individuare focolai di infezione e a determinarne la causa, permettono di agire ritirando i prodotti dal mercato, adottando le necessarie misure nei confronti degli impianti di produzione e informando la popolazione a rischio.