Quante volte abbiamo sentito la frase “Sono intollerante al lievito?”
Ebbene, oggi, andremo a vedere insieme come questa intolleranza di fatto non esista e di cosa veramente si tratti.
Sfatiamo subito questo mito: l’intolleranza al lievito non esiste.
E allora perché se ne parla?
Prima di rispondere a questa domanda è bene fare delle precisazioni.
Cosa è l’intolleranza alimentare?
L’Istituto Superiore di Sanità definisce l’intolleranza alimentare come un insieme di disturbi provocati da una reazione avversa ad uno o più alimenti. A differenza delle allergie, questo tipo di reazione non è provocato da una risposta del sistema immunitario, la maggioranza delle intolleranze alimentari è correlata a difetti di alcuni enzimi che svolgono una funzione digestiva.
Il lievito Saccharomyces cerevisiae, utilizzato nella panificazione, è molto digeribile dall’uomo. Dal punto di vista legislativo non viene considerato, inoltre, come sostanza allergizzante e quindi non evidenziato nelle etichette degli alimenti; inoltre, in campo scientifico non sono presenti test specifici per la sua diagnosi (quelli proposti in commercio non sono riconosciuti e nemmeno efficaci).
Direte voi: “Ma quando assumo alimenti ricchi di lievito ho gli stessi sintomi di una classica intolleranza!”
Sì, è assolutamente possibile!
Infatti, alcuni soggetti tendono ad avere disturbi simili a chi soffre di particolari intolleranze, quali: stanchezza, gonfiore addominale, digestione lenta, meteorismo e diarrea.
Ma perché succede?
Ebbene, è arrivato il momento di rispondere alla prima domanda: l’intolleranza al lievito non esiste perché si tratta specificatamente di DISBIOSI Intestinale!
Che cos’è la disbiosi intestinale?
La disbiosi intestinale non è altro che un’alterazione della flora batterica presente nell’intestino, in questo caso correlata ad una crescita incontrollata della componente fungina, particolarmente del lievito Candida albicans.
Quali sono le cause della disbiosi intestinale?
Lo squilibrio della flora intestinale può essere provocata detti fattori, quali:
- Cattiva alimentazione (eccesso di alcol, bevande gassate e cibi ricchi di grassi, carenza di frutta e verdura, iperalimentazione in un contesto di sedentarietà ecc.).
- Terapia farmacologica (uso di farmaci come antibiotici, antiacidi, inibitori della pompa protonica, lassativi e ormoni).
- Malattie a carico dell’apparato digerente o che ne influenzano le funzioni (gastrite, reflusso, sindrome del colon irritabile, diabete di tipo 2, il morbo di Crohn, celiachia, intolleranza al lattosio, infezioni, parassitosi, diverticoli e molte altre).
- Abbassamento delle difese immunitarie (per esempio in caso di: stress, cambio stagione, carenza di sonno o malattie autoimmuni).
Cosa fare per curare la disbiosi intestinale da lieviti?
La disbiosi intestinale da lieviti è una situazione transitoria che può essere risolta migliorando lo stile di vita e l’alimentazione di chi ne soffre. Il soggetto, preferibilmente con l’aiuto di uno specialista, deve essere educato ad una sana e bilanciata alimentazione. Ecco alcuni consigli:
- Evitare (per qualche giorno) alimenti come prodotti lievitati da forno, latte e latticini e bevande gassate e fermentate.
- Preferire pasti semplici, piccoli e frequenti e masticare lentamente per evitare di sovraccaricare un apparato gastrointestinale già affaticato.
- Svolgere attività fisica.
Assumere probiotici, previa consultazione del medico o del farmacista di fiducia.