Nonostante nel 1992 l’OMS abbia riconosciuto la fibromialgia quale malattia da dolore cronico diffuso, ad oggi se ne sente parlare ancora troppo poco, per cui cercheremo di accrescerne conoscenza e consapevolezza.
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una patologia che colpisce muscoli, legamenti e tendini, caratterizzata da una percezione cronica del dolore e che interessa approssimativamente 1,5-2 milioni di italiani, di cui in prevalenza donne in età adulta. Spesso è una patologia la cui diagnosi è tardiva, con un impatto negativo sulla vita dei pazienti, che vengono frequentemente bollati come ‘malati immaginari’, in quanto la fibromialgia manca di alterazioni di laboratorio.
Questa condizione si caratterizza per l’insorgenza di sintomi che spesso si presentano contemporaneamente (da qui il nome di sindrome), che risultano essere:
- Astenia e stanchezza cronica (quest’ultima si presenta già dal primo mattino, nonostante un buon riposo notturno)
- Dolori e rigidità muscolari diffusi (spesso aggravati dal freddo, l’umidità, lo stress o il rumore)
- Mal di testa e vertigini
- Disturbi del sonno
- Bruciore intimo
- Colon irritabile
- Difficoltà nel concentrarsi e confusione mentale (la cosiddetta fibro-fog)
- Disturbi della memoria
- Sbalzi umorali
- Ansia, depressione
Cause
Le sue cause al momento non risultano essere complessivamente note, ma sembrano derivare da una combinazione di fattori genetici ed ambientali (come in caso di stress, lutti, traumi fisici o psicologici, infezioni).
Un’ipotesi accreditata è quella per cui sembrerebbe esistere uno squilibrio neuro-chimico a livello cerebrale, il quale condurrebbe da un lato ad un aumento della reattività delle cellule nervose che evocano il dolore, e dall’altro alla riduzione dell’attività del sistema inibitorio del dolore medesimo. Il risultato è una risposta anomala del cervello alle sensazioni dolorose, che risultano amplificate.
Chi rischia di essere colpito da questo disturbo?
Come già visto, colpisce principalmente le donne, e più in generale se accomunate da caratteristiche quali: vita familiare complicata, lavoro monotono o poco appagante, eventuali patologie reumatiche già presenti, in quanto questa subdola malattia sembra associarsi a problematiche sia fisiche e psichiche.
Qual è la diagnosi?
Prima di parlare della diagnosi di questa sindrome, è bene sottolineare quanto sia complesso un suo riconoscimento, poiché i sintomi sono vari ed aspecifici, oltre ad essere comuni ad altre patologie muscoloscheletriche, endocrine o neurologiche. Ad ogni modo il dolore fibromialgico possiede una caratterizzazione di sordità e costanza, che si manifesta da almeno tre mesi in zone simmetriche del corpo. Unitamente a questo, il professionista effettua un controllo sui cosiddetti tender points, o punti sensibili: si tratta di 18 punti dislocati simmetricamente su entrambi i lati del corpo, i quali, se stimolati con la pressione delle dita, evocano dolore. La diagnosi di fibromialgia è considerata certa se 11 dei 18 punti sono risultati dolorosi alla digitopressione.
È bene comunque sottolineare come la diagnosi differenziale, ovvero l’esclusione di patologie di diversa natura, resti una componente essenziale nel processo diagnostico.
Come è bene trattare questo disturbo?
Ad oggi, non esiste purtroppo una guida univoca nella cura della fibromialgia, ma piuttosto un piano terapeutico personalizzato e cucito su misura per il paziente. Un team di esperti internazionale ha comunque suggerito una serie di raccomandazioni utili da seguirsi, a partire dall’elaborazione di un approccio terapeutico multimodale che possa:
- Educare ed informare il paziente sulle caratteristiche della malattia;
- Apportare modifiche delle abitudini di vita che potrebbero determinare e/o perpetuare la sintomatologia fibromialgica;
- Programmare l’attività fisica, comprendente esercizi di tipo aerobico e di stiramento (stretching) muscolare;
- Praticare tecniche di rilassamento atte a ridurre i fenomeni stressogeni, come yoga, mindfulness, sedute di agopuntura;
- Adottare classi di farmaci che possano venire in aiuto nel controllo del dolore ed i disturbi del sonno, come antidepressivi, analgesici oppioidi, antiepilettici, miorilassanti.