Sì. L’assorbimento della levotiroxina (ormone tiroideo e principio attivo delle compresse) può essere alterato dalla concomitante assunzione di cibo. Parliamo anche di un semplice caffè!
Perché?
Le compresse contengono la levotiroxina sottoforma di sale, precisamente di levotiroxina sodica. Quest’ultima si dissocia una volta giunta allo stomaco grazie all’acidità gastrica, fondamentale per la rimozione dello ione sodio e il ripristino della forma nativa liposolubile e dunque assorbibile della levotiroxina.
Quindi, qualsiasi processo che modifica l’ambiente acido dello stomaco, come la digestione, comporta un’alterazione dell’assorbimento dei farmaci a base di levotiroxina.
Quindi, Eutirox deve essere sempre assunto almeno 30 minuti prima della colazione o al momento di coricarsi (3 ore o più dopo la cena), per garantire un assorbimento e una efficacia terapeutica ottimale.

Il problema dovuto all’interferenza tra cibo e levotiroxina crea parecchio disagio ai pazienti, i quali vedendosi costretti a divincolarsi tra alzatacce e attese, aderiscono con fatica alla terapia.
Ciò ha indotto le aziende farmaceutiche a realizzare nuove formulazioni, come le formulazioni orali di levotiroxina liquida, nelle quali il principio attivo, già in soluzione, non necessita di dissoluzione gastrica, consentendo una riduzione dei tempi di attesa tra l’assunzione del farmaco e la prima colazione, in quanto l’assorbimento della levotiroxina è già in gran parte avvenuto quando il cibo giunge nell’intestino tenue.
Oltre agli alimenti, influenzano l’assorbimento degli ormoni tiroidei somministrati per via orale:
- I farmaci ipolipemizzanti (colestiramina e colestipolo): riducono l’assorbimento della T4 dall’intestino al sangue (è necessario far decorrere almeno 4 ore tra un’assunzione e l’altra).
- I farmaci inibitori di pompa protonica, finalizzati al trattamento dell’iperacidità gastrica, che alterando il pH gastrico ostacolano l’assorbimento della levotiroxina.
- Il ferro, il quale, se assunto in concomitanza alla levotiroxina, lega quest’ultima, costituendo complessi poco assimilabili a livello intestinale, pregiudicando l’assorbimento di entrambe le sostanze.