Si parla spesso di carenza di vitamina D e degli effetti negativi sulla salute che questa condizione comporta.
Ma cosa accade se invece si verifica un eccesso della stessa?
Innanzitutto, chiariamo che a differenza della carenza, l’esubero di vitamina D è rara.
Tuttavia, la corsa all’integrazione non consapevole derivante dall’idea che assumerla possa solo fare bene, talvolta può innescare fenomeni di tossicità e una vera e propria sintomatologia correlata.
Di quali sintomi parliamo?
- inappetenza e perdita di peso
- nausea e vomito
- irritabilità
- debolezza muscolare
- fiacchezza e confusione
- battito cardiaco irregolare
- stitichezza e/o diarrea
La vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio nel tratto gastrointestinale, di conseguenza un suo eccesso causa elevati livelli di calcio nel sangue, condizione nota come “ipercalcemia”.
Quest’ultima rappresenta un parametro da non sottovalutare, in quanto potrebbe generare a lungo termine conseguenze potenzialmente gravi, derivanti dalla calcificazione, ovvero l’indurimento, di tessuti molli ed organi, quali reni, vasi sanguigni, polmoni e cuore. In particolar modo i reni possono andare incontro a disfunzioni permanenti che conducono all’insufficienza renale.
Anche lo scheletro può subire dei danni in quanto il tessuto osseo tende a rilasciare maggiore quantità di calcio nel torrente ematico, risultando di conseguenza “indebolito”.
N.B. Le complicanze citate si riferiscono ad un’assunzione quotidiana di dosi molto elevate di vitamina D, circa 60-100 volte superiore alla dose giornaliera raccomandata (RDA) per un lasso di tempo di diversi mesi.
Da cosa può derivare un eccesso di vitamina D?
Difficilmente dall’alimentazione! Gli alimenti ricchi di questa preziosa sostanza non sono molti, e difatti, la sola dieta non potrebbe soddisfare il fabbisogno giornaliero richiesto.
Infatti, come sappiamo, è l’esposizione solare a garantirci la fonte principale di sintesi di vitamina D da parte del nostro organismo!
Pertanto, in tal caso l’eccesso alimentare non rientra tra i fattori di rischio.
E l’esposizione solare? Nemmeno! Per quanto prolungata e protratta non può scatenare ipervitaminosi perché il nostro organismo è in grado di regolare la quantità di vitamina D sintetizzata nella pelle.
Dunque, da cosa può essere causata?

La “colpa” ricade sull’impiego sregolato ed eccessivo di farmaci o integratori contenenti questa vitamina.
È raccomandabile, infatti, effettuare il dosaggio ematico della vitamina D prima di ricorrere alla sua integrazione, per capire se ne avete realmente bisogno!
Come viene trattata l’ipervitaminosi D?
L’intossicazione da eccesso di vitamina D prevede, oltre all’ovvia interruzione dell’assunzione della stessa, la limitazione del calcio nella dieta.
Nei casi più seri, potrebbe rendersi necessario anche il trattamento farmacologico con corticosteroidi e bifosfonati, al fine di inibire il rilascio di calcio dalle ossa.
Inoltre, anche la profilassi con Vitamina K potrebbe risultare utile grazie alla capacità di quest’ultima di prevenire la calcificazione dei vasi sanguigni.