In tutto il mondo i decessi causati da un fulmine ammontano, in un anno, tra i 6 e 24mila. Tuttavia, il numero degli individui colpiti è molto più alto: in 9 casi su 10, difatti, la scarica non è letale.
Come primo atto definiamo cosa è un fulmine: si tratta di una scarica elettrica ad alta intensità di corrente (può superare i 100mila Ampere) che si verifica nell’atmosfera e che è causata da una differenza di potenziale elettrico.
La maggior parte dei fulmini ha genesi nelle nuvole, in particolare i cumulonembi, ovvero quelle temporalesche.
Come avviene la genesi di un fulmine?
In breve, la differenza di potenziale, che produce la scossa elettrica, origina dallo sfregamento all’interno di una nube tra le particelle di ghiaccio trasportate verso il basso e le particelle di acqua trasportate verso l’alto.
I fulmini generati possono:
- avere luogo e rimanere confinati all’interno di una nuvola;
- essere trasmessi da una nuvola all’altra;
- scaricare al suolo.
Quest’ultimi, per ovvi motivi, hanno il maggiore impatto sulla salute, tuttavia, fortunatamente rappresentano una ridotta fetta di tutti i fulmini generati, circa il 10%.
Un fulmine può colpire il soggetto per:
- fulminazione diretta, ovvero quando il soggetto è il principale bersaglio del fulmine; tale evento determina in genere il decesso;
- fulminazione indiretta, in tal caso l’individuo è investito dalla corrente che si disperde nel terreno limitrofo al sito d’impatto del fulmine o che rimbalza dal bersaglio; gli effetti sulla salute possono essere più o meno gravi.
Gli effetti sulla salute sono determinati da tre meccanismi:
Azione diretta della corrente sui tessuti
Il passaggio di corrente attraverso il cuore può causare gravi aritmie (fibrillazione o arresto improvviso), che in genere possono essere reversibili se si ha la possibilità di rianimare nell’immediato il fulminato con massaggio cardiaco esterno o con defibrillazione.
Se la corrente attraversa i centri nervosi o respiratori può condurre alla morte per arresto respiratorio: i muscoli responsabili della respirazione si contraggono non consentendo l’espansione della cassa toracica. In tali casi è necessario l’immediato soccorso e la respirazione assistita.
La fulminazione sconvolge anche le funzioni nervose determinando danni più o meno gravi, tra cui perdita di coscienza, convulsioni, debolezza, perdita di memoria, parestesia, paralisi transitoria (dovuta a sovrastimolazione del sistema nervoso autonomo con conseguente spasmo vascolare). In Letteratura sono, inoltre, riportati casi di sindromi neurologiche ritardate, quale ad esempio la mielopatia progressiva.
Conversione dell’elettricità in energia termica
Il calore prodotto genera ustioni.
Se la corrente attraversa il corpo in superficie le ustioni sono superficiali e ben visibili sulla cute, soprattutto in corrispondenza di oggetti metallici. Caratteristica di tale tipo di lesioni è la formazione di segni di colore rosso di forma ramificata a mo’ di falce, ovvero le lesioni di Lichtenberg, che non hanno valore prognostico e scompaiono spontaneamente. In caso di ustioni superficiali, le funzioni vitali sono salvaguardate.
Se la corrente attraversa il corpo in profondità, le lesioni sono visivamente meno manifeste, ma più temibili. Sulla cute si nota il punto di entrata e di uscita, e caratteristicamente il primo si trova sul capo o su una mano, mentre il secondo su un piede. Tali elementi devono essere ricercati.
Se il passaggio di corrente attraversa un organo nobile come il cuore o il cervello le conseguenze possono essere, per ovvi motivi, fatali. Inoltre, la corrente elettrica “bruciando” le cellule muscolari produce un rilascio di mioglobina (proteina contenuta nei muscoli), il cui eccesso nel circolo ematico può determinare una grave intossicazione che causa insufficienza renale.
Traumi secondari all’onda d’urto della scarica elettrica
L’onda d’urto può colpire le persone causando vari accidenti secondari. Stiamo parlando delle lesioni da “effetto scoppio”: difatti, si verifica una vera e propria esplosione che produce lo spostamento e la caduta delle persone vicino al punto di impatto determinando traumatismi di varia entità. L’”effetto scoppio” è anche frequentemente causa delle lesioni timpaniche nei fulminati.