Glutine, celiachia, intolleranze, allergia… Quante volte abbiamo sentito nominarli, ma soprattutto, quanto ne sappiamo davvero?
Scopriamolo assieme!
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, scatenante una reazione immunitaria eccessiva (autoimmune), negli individui predisposti geneticamente, che provoca un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, danneggiandone il rivestimento (villi intestinali) e impedendo, così, l’assorbimento di molti nutrienti.
Perdendo la capacità di assorbimento, infatti, molti organi si vedono privi di quei componenti essenziali per il loro corretto funzionamento.
È una condizione che colpisce soggetti di tutte le età a partire dallo svezzamento, le donne in misura doppia rispetto gli uomini, e si rileva una maggiore incidenza nelle popolazioni caucasiche, poiché vi è un consumo maggiore di cereali contenenti glutine. Riconosciuta dal 2005 in Italia come “malattia sociale”, la celiachia riguarda circa l’1% della popolazione italiana, di cui due terzi asintomatici e quindi non diagnosticati, poiché molti soggetti non accusano gravi disturbi, anche per tutto il corso della loro vita.
Ma cos’è il glutine?
Il glutine è un complesso proteico, insolubile in ambiente acquoso, che si trova nei cereali come grano, orzo e segale e negli alimenti che li contengono, tra cui pasta, pizza, pane, crackers, cereali per la prima colazione e in tutti quegli alimenti che vengono impanati.
La sostanza che scatena la reazione del sistema di difesa dell’organismo è la gliadina, che introdotta nel corpo attraverso il cibo, viene riconosciuta, per errore, come una molecola dannosa e quindi attiva tutti quei meccanismi che provocano un’infiammazione della parete dell’intestino. Quest’ultimo è ricoperto da milioni di piccole escrescenze chiamate villi intestinali, che hanno la funzione di assorbire le sostanze nutrienti. Nei soggetti celiaci, l’infiammazione del tessuto, provoca l’appiattimento dei villi, riducendo la loro capacità di assorbimento e determinando, così, i classici sintomi della malattia.
Esistono delle cause?
Sono diversi i fattori che possono contribuire all’insorgenza della celiachia, tra cui:
Familiarità
È stato dimostrato:
- un collegamento tra la celiachia e i gruppi di geni denominati HLA-DQ, responsabili dello sviluppo del sistema immunitario e trasmissibili ai discendenti
- vi è un rischio pari a circa il 15% in più per i familiari di primo grado dei malati celiaci di sviluppare la malattia celiaca.
Fattori ambientali
Influisce la presenza, anche durante l’infanzia, di malattie o infezioni all’apparato digerente. Non è rilevante né il metodo di allattamento né il periodo di svezzamento.
Malattie autoimmuni
Il rischio aumenta di dieci volte se si è già affetti da altre malattie autoimmuni come diabete mellito di tipo 1, tiroidite autoimmune e sindrome di Sjögren.
E i sintomi?
Si possono presentare vari sintomi più o meno gravi:
Disturbi comuni
- Diarrea
- Gonfiore e dolore addominale
- Perdita di peso
- Malassorbimento intestinale
- Rallentamento della crescita nei bambini
Disturbi forma atipica
- Alopecia
- Aftosi orale ricorrente
- Ipoplasia dello smalto dentale
- Dimagramento senza altra causa
- Dolori addominali ricorrenti
- Vomito
- Ridotta statura
- Aumento del livello delle transaminasi
- Disturbi del ciclo mestruale e della gravidanza
- Osteopenia
- Osteoporosi
- Formicolio e intorpidimento delle mani e dei piedi
- Atassia
Dermatite erpetiforme
Nota anche come celiachia cutanea, è una malattia della pelle, che si presenta con vescicole e bolle pruriginose. Si localizza, di solito, nella parte regione lombare della schiena, sui gomiti e sulle ginocchia.
Come si realizza la diagnosi?
Qualsiasi esame diagnostico per la ricerca della celiachia deve essere realizzato mentre il soggetto consuma alimenti contenenti glutine.
I test utilizzati si dividono in:
- Test di I livello:
- Analisi del sangue: ricerca di anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio*;
- Biopsia intestinale: negli adulti è necessaria, nei bambini solo in casi selezionati.
- Test di II livello:
- Test genetico HLA.
*I suddetti anticorpi vengono liberati nell’organismo quando il sistema immunitario riconosce come estraneo il glutine.
Nei casi più lievi si scopre di essere celiaci grazie ad analisi fortuite eseguite per altre malattie, ma è sempre opportuno iniziare la terapia, per evitare complicanze in futuro. Agli adulti viene prescritta anche la verifica della quantità di densità ossea per valutare la presenza di osteoporosi, carenza di vitamina D o calcio.
Una diagnosi tardiva comporta un quadro clinico aggravato, con villi intestinali deteriorati e possibile insorgenza di altre malattie. Nei bambini si ha anche un rallentamento nello sviluppo per carenza delle sostanze nutritive utili alla crescita.
Come si “cura” la celiachia?
La dieta aglutinata, da seguirsi per tutta la vita, è l’unica terapia disponibile.
Ciò porta anzitutto alla scomparsa dei sintomi, per poi evitare le complicazioni gravi.
Per una migliore compliance del paziente, è importante che la dieta sia varia e bilanciata, e ciò risulta possibile grazie alla disponibilità in natura di alimenti privi di glutine, nonché alla presenza sul mercato di molti alimenti contraddistinti dalla dicitura “senza glutine” – appositamente formulata per celiaci/adatto ai celiaci. Attualmente, in Italia e nel mondo, i prodotti classificabili come senza glutine sono quelli che ne presentano una quantità inferiore a 20 parti per milione (ppm). In caso di incertezza è possibile consultare il sito dell’Associazione italiana celiachia (AIC) che pubblica degli utili elenchi di consultazione (L’ABC della dieta del celiaco).
Esiste poi uno studio, tutto italiano, dove si è dimostrata una correlazione tra la celiachia e i rotavirus. Si è, infatti, visto che i celiaci possiedono degli anticorpi specifici per una proteina presente in questi virus. Detti anticorpi riconoscono, però, questa proteina anche sulle cellule dei villi intestinali, provocando così degli attacchi che portano alla formazione di piccole aperture tra le cellule, da cui passa il glutine che causa l’infiammazione. Questa scoperta potrebbe condurre, in futuro, alla realizzazione di un vaccino, per l’età pediatrica, per la prevenzione e la cura della celiachia.
Nonostante l’adozione di una dieta priva di glutine, possono purtroppo insorgere complicazioni quali:
- Celiachia refrattaria, ove i sintomi persistono nonostante l’aderenza alla dieta aglutinata. Dopo accertamenti si procederà alla terapia farmacologica con steroidi e immunosoppressori.
- Tumori, l’esposizione continua al glutine aumenta il rischio di sviluppare carcinomi a livello dell’intestino (che avanza con l’aumentare dell’età) o il linfoma non Hodgkin.
- Iposplenismo, ovvero il ridotto funzionamento della milza e conseguente indebolimento del sistema immunitario, con un organismo facile bersaglio delle infezioni. Si consiglia, infatti, a coloro che soffrono di celiachia, di sottoporsi ai vaccini anti-pneumococcici e anti-influenzali.
- Intolleranza al lattosio, soggetti celiaci presentano una maggiore incidenza nello sviluppare questa intolleranza, caratterizzata da una ridotta produzione dell’enzima che digerisce il lattosio (zucchero presente nel latte). Spesso, questo è una conseguenza della mancata presenza dei villi, ma la buona notizia è che l’intolleranza al lattosio tende a rientrare dopo l’adozione della dieta priva di glutine.