Oggi ho un cerchio alla testa fastidiosissimo… Berrò un caffè per liberarmene!
Sarà vero che questo ‘rimedio della nonna’ ci sia d’aiuto contro il mal di testa?
Vediamolo assieme!
Il caffè, è la bevanda più nota e consumata al mondo, dalle molteplici attività sull’organismo umano, di cui la più nota è quella stimolante sul sistema nervoso centrale. Le proprietà psicoattive di cui vanta sono da attribuirsi alla caffeina, alcaloide contenuto nelle piante di tè, cacao, cola, guaranà, mate e, ovviamente, del caffè!
La caffeina non è attiva solo sul sistema nervoso centrale, ma presenta anche attività aggiuntive, quali:
- Aumento del metabolismo corporeo
- Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa
- Stimolo della diuresi
- Incremento della sintesi acida a livello gastrico
Ma torniamo all’argomento principe di quest’oggi: è dunque vero che assumere caffeina può far passare il mal di testa?
La risposta è: dipende!
Se infatti il mal di testa è correlato all’emicrania, la caffeina può essere un valido alleato nell’alleviarne la componente dolorosa.
L’emicrania è dovuta infatti ad una vasodilatazione dei vasi intracranici extracerebrali, per cui, secondo il Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università degli Studi della Campania, la caffeina può risultare utile grazie alle sue proprietà stimolanti e vasocostrittrici a livello del SNC, inducendo il rilascio degli ormoni adrenalina e noradrenalina e bloccando i recettori adenosinici.
Risulta essere efficace anche nella cefalea ipnica, una tipologia di mal di testa che colpisce più frequentemente le persone anziane, ed in genere durante il riposo notturno. L’episodio cefalico (definito come cefalea bilaterale moderata) ha una durata che si estende, in genere, dai 15 minuti alle 4 ore, senza accompagnarsi ad altri sintomi (come nausea e vomito, caratteristici invece di altri tipi di cefalea).
Di quanto caffè necessitiamo per ridurre il mal di testa?
Se gli episodi di emicrania sono sporadici (vale a dire che l’emicrania non risulta una patologia cronica), assumere una tazzina di caffè non zuccherato è sufficiente.
E quanto caffè è possibile assumere quotidianamente senza correre rischi?
La dose giornaliera raccomandata di caffeina è di circa 300-400 mg al dì. Le stime sono state elaborate sulla base dei dati a disposizione del gruppo di esperti scientifici dell’EFSA (la massima autorità in termini di sicurezza alimentare europea) sui prodotti dietetici, la nutrizione e le allergie (NDA). I dati di sicurezza sono stati realizzati tenendo conto della popolazione adulta sana, eccezion fatta per le donne in stato interessante.
In termini pratici, considerando l’Italica abitudine al consumo di caffè, si parla di circa 60-120 mg di caffeina per porzione; sicché sarebbe bene non superare le tre-quattro tazzine al giorno di caffè.
N. B. Poiché la caffeina è contenuta in diversi alimenti di ordinario consumo (tè, cacao, cioccolata, cola, bevande energizzanti, integratori alimentari), sarà bene considerare anche questi ultimi nel conteggio complessivo di caffeina assunta quotidianamente per non incorrere in sovradosaggi.
Ma il caffè può anche peggiorare il mal di testa?
Nel caso della cefalea muscolo tensiva, ovvero il più comune ‘mal di testa’, il caffè potrebbe potenziarne i fastidi, poiché questo disturbo è frequentemente legato ad uno stile di vita scorretto (alimentazione sregolata, stress, riposo insufficiente) o ad una forte emozione (arrabbiatura ecc.).
Esiste poi la cefalea da sospensione da caffè. Difatti, consumare elevate quantità di caffeina in maniera cronica cui segua interruzione improvvisa può indurre i sintomi da astinenza*, quali sonnolenza, sbalzi d’umore e forte mal di testa.
La riduzione di caffeina durante il weekend (quando i ritmi risultano più rilassati rispetto a quelli imposti dalla routine della settimana lavorativa), ad esempio, può indurre ‘crisi di astinenza’ su scala ridotta, inducendo, appunto, mal di testa.
*La quantità di caffeina necessaria ad innescare sintomi da astinenza a seguito di interruzione improvvisa è di 300 mg per tre giorni consecutivi e 100 mg di caffeina per 10 giorni consecutivi.
Parliamo infine dell’associazione tra caffeina e farmaci.
La caffeina può essere un utile adiuvante se associata ad attivi antinfiammatori ed analgesici, anche grazie alla sua capacità di passare velocemente nel sangue (tra i 40 ed i 90 minuti), agevolando l’assorbimento dei farmaci.
Viene, infatti, frequentemente ed efficacemente associata in combinazione a paracetamolo o ibuprofene per il trattamento di emicrania acuta o cefalea tensiva.